Daniele Michelangelo Perugini

Nasce a Pontelandolfo (Bn) il 1 marzo del 1806 Morto il  17 Gennaio del 1881

Figlio del dottor Fisico Francesco e Maria Giuseppa Gugliotti abitante alla Via Sant’ Angelo

 

  • Dottore in Legge
  • Avvocato presso i Tribunali e Corti di Napoli e di Benevento
  • Ex Professore di Giurisprudenza in Napoli ed in Pontelandolfo
  • Consigliere e Presidente del Consiglio Distrettuale di Campobasso nel 1855-1857
  • Ex delegato Demaniale nella provincia di Molise, non ché di Chieti ed Aquila
  • Socio corrispondente di varie società economiche ed industriali e scientifiche d’ Italia
  • Autore della Monografia di Pontelandolfo – Campobasso 1878

 

Coniugato con Rosa Michela Maria Mazzonna di Antonio ed Antonia Santagata di Napoli (nata nel 1809 + 2/5/1876) trascorse buona parte della sua vita e della sua professione a Napoli fino all’anno 1856 in cui tornò a Pontelandolfo.

Vittima anche lui del clima repressivo che caratterizzò tutto il territorio del Sud Italia, fu oggetto di calunnie ed accusato di brigantaggio.

Arrestato il primo giugno 1861 fu condotto il giorno 29 nel carcere di Cerreto ed il 29 agosto insieme a 200 arrestati fu condotto a Benevento dall’ex maggiore Zittirri soprannominato il fucilatore.

Trattenuto nelle carceri di Benevento tre mesi dopo venne prosciolto da ogni accusa e liberato. Per questa sgradevole esperienza andò a vivere ad Atene per insegnare latino e greco, tornato a Benevento riprese a svolgere la sua professione di legale per un decennio.

Tornato a Pontelandolfo nel 1875 ed operato alla cataratta potette riprendere il lavoro sulla Monografia del paese natio e la perdita della sua compagna di vita lo convinsero a farla stampare così come l’aveva preparata.  (Notizie tratte dalla Monografia di Daniele Perugini )

Profondo studioso e conoscitore di tutte le realtà economiche, storiche, naturalistiche ed archeologiche del territorio, la sua “Monografia” è fonte unica e fondamentale per la memoria storia di Pontelandolfo.

Ricerca Storica a cura di Antimo Albini

Don Emilio Matarazzo

Nasce a Foglianise (Bn) il 18 novembre del 1928 Morto in Benevento il  8 Ottobre del 1978

 

  • Consacrato Sacerdote nel 1952
  • Laureato in filosofia nel 1967/1968 con 60/60 e bacio accademico
  • Docente di filosofia presso il Seminario Regionale di Benevento nel 1970
  • Docente di filosofia presso il Liceo Classico “P.Giannone” di Benevento dal 1972
  • Parroco di Pontelandolfo da Ottobre 1961 ad Ottobre 1967

 

Il 9 febbraio 1997 l’Amministrazione Comunale volle intitolare una strada nel centro storico a questo Parroco distintosi per le sue molteplici attività ed impegno per la crescita spirituale, umana e sociale di Pontelandolfo.

Predecessore del Parroco don Giovanni Casilli giunse a Pontelandolfo nell’ottobre del 1961 dimostrando da subito iI suo amore per Pontelandolfo sviscerato ed esclusivo, come l’amore che ognuno ha per la terra natale, rifiutando compromessi ed ambiguità orientando la sua missione verso il benessere materiale e morale della nostra comunità. Alle varie opere ed attività realizzate da questo “prete” modello, la scoperta della ricchezza e bellezza di questa “sua” terra, nelle cose semplici degli usi e dei costumi dei contadini, restituendo alla tradizione il Gruppo Folk “La Torre”. La ripresa delle tradizioni si coniugava bene con l’esigenza di dare nuovi stimoli di crescita con la necessità di avvicinare la realtà contadina alla comprensione di tutta la popolazione di essere un solo popolo.

Il suo pensiero in una lettera ad un amico a cui scriveva “Sembra impossibile, ma qui io ho trovato tanto odio verso i contadini. Eppure sono i 4/5 della popolazione!  “.  Tante le opere realizzate ed avviate nel corso degli anni della sua presenza a cominciare  dalla volontà di far nascere una “Pro-Loco” e l’avvio alla Prima settimana Folkloristica e delle prima Mostra Mercato e dell’ Artigianato. Non mancarono gli stimoli per sollecitare una cooperazione fra le Industrie tessili, fiorenti all’epoca, per consentire non solo maggiore occupazione,ma anche una base più solida per il mercato futuro. Nei suoi sogni la costituzione di un museo dell’arte contadina e per tale scopo aveva cominciato a raccogliere varie oggetti di uso comune e i “mortali” in pietra che servivano per tritare il sale. Il terremoto del 21 Agosto 1962 segnò questa terra per le sue distruzioni e don Emilio per questo funesto evento non trovò pace nel seguire le varie fasi della ricostruzione tenendo fede al suo impegno “di assistere in particolare i poveri, gli oppressi, i sofferenti”. Nelle opere di ricostruzioni, il restauro della Chiesa Madre, il nuovo Asilo Parrocchiale, la nuova sede per il Parroco, l’ampliamento della Piazza antistante e dietro la Chiesa per consentire di avere un area sicura in caso di terremoto e l’apertura della nuova strada di accesso alla Chiesa Madre. Ancora a favore dei giovani Campeggi, Teatro sacro e non, Cineforum e la realizzazione di un campo di calcio più vicino al paese (il campo di calcio utilizzato era a Sorgenza ) .

Visibilità, disponibilità e trasparenza nell’informare tutta la popolazione sulle iniziative intraprese compreso la pubblicazione in Chiesa dello stato delle pratiche per la ricostruzione.  Non mancarono solleciti alle autorità per la realizzazione delle infrastrutture primarie (la costruzione della Superstrada Benevento – Campobasso) e secondarie con rimarcare l’esigenza della sistemazione della viabilità comunale e dei servizi essenziali (luce ed acqua) a favore delle contrade isolate dal paese.  La pace fra paese e campagna la volle realizzare anche portando in pellegrinaggio la Madonna del Rosario in tutte le contrade che si videro protagoniste non solo di un evento religioso ,ma anche di una totale fiducia e considerazione nel custodire tale reliquia. Le tante iniziative videro partecipe non solo tutta la popolazione, ma anche i nostri emigrati che accolsero don Emilio nelle varie località per cui scrisse sul periodico da lui voluto “La Campana…” Quanta cordialià e bontà nello accogliermi, quanta fede mista a rispetto verso il sacerdote! Io non ho sentito la lontananza in mezzo a voi; per nulla ho avvertito il disagio. Dovunque, dal Long Island a Montreal, da Bridgeport a Torrington ad Hartford ad Oakville, mi avete accolto bene, circondato di attenzioni e di generosità.”

Nell’ ottobre del 1967 don Emilio, con la pubblicazione di un manifesto di addio, lascia Pontelandolfo e nelle sue parole traspare tutta la sua passione per questo paese “Popolo di Pontelandolfo, popolo dell’anima mia, mi hai aperto nel cuore una ferita che non guarirà mai più ! “

Le sue attività a Benevento lo hanno visto non solo come docente di Filosofia presso il Liceo Ginnasio P.Giannone, ma anche come il promotore e fondatore del centro sociale “La Pace” .

Un’opera da lui voluta quale centro aggregativo ed “oasi di pace” per tutti, senza distinzioni ed in particolare per i poveri, gli oppressi e i sofferenti, così come era nel suo spirito.
Benevento ha tributato a questo sacerdote di grande spessore intellettuale e morale una strada lungo il fiume Sabato a Rione Libertà.

Ricerca Storica a cura di Antimo Albini

Nasce a Pontelandolfo il 27 febbraio del 1925 da Tommaso, falegname e Guerrera Vittoria, contadina. Angelo muore prematuramente una domenica di giugno del 1988 per una crisi cardiaca all’età di 63 anni.

Nel 1943 si trasferisce nella città di Bologna dove decide di intraprendere il suo straordinario percorso giornalistico e sportivo.

Dopo una prima esperienza nel campo delle pubbliche relazioni, si afferma nel giornalismo, diventando uno dei più quotati collaboratori di “Viagginvito”, un mensile di turismo, cultura, politica ed informazione  e, in seguito del “Quotidiano di Foggia” e della rivista culturale “Novalis”.

Come scrittore con il libro “Terebilio” ottiene importanti riconoscimenti aggiudicandosi il premio “Città de L’Aquila”.

Angelo Zara non è stato un pioniere del baseball,  è stato un seminatore di baseball, riesce a portare in questo sport il marchio Coca Cola e nella sua squadra di metà anni sessanta, la Bazzanese Coca Cola gioca un ragazzo sedicenne, Alberto Rinaldi detto “Toro”, che è stato il primo giocatore italiano ad aver fatto una stagione intera nel baseball professionale americano. Dalle ceneri della “Fiamme d’Oro” fonda i “Giaguari”, la prima squadra di baseball bolognese che si reca all’estero in divisa sociale ed ottiene la prima vittoria italiana in assoluto in terra straniera.

Fonda il “Club del Baseball” l’antesignano delle moderne Club Houses

Oltre alla Coca Cola nel 1960, porta nel baseball Unipol nel 1970, Cercosti nel 1972 e Derbigum nel 1975, che per induzione portano sponsorizzazioni importanti in tutto il settore bolognese.

Nel marzo del 1970 fece arrivare a Bologna, per un provino, un giovanissimo lanciatore di Verona. Un mancino. Corradini. Giocò quattro campionati per la squadra di Zara.

Inventa nei primi anni Sessanta gli Oscar del Baseball, che vengono assegnati da una giuria di giornalisti specializzati.

Era lo storico Longbridge, gestito da Angelo Zara, che metteva in risalto tutte le sue doti di “personaggio” vulcanico, straordinario motivatore e dirigente appassionato, passionale, dinamico e dalle grandi intuizioni. Le risorse di questo club erano limitatissime, ma, grazie alle capacità del suo “animatore”, riusciva a trovare una collocazione decorosa in serie A.

Anthony M. Valletta

Anthony sbarca negli Stati Uniti nel 1956 a bordo della mitica Andrea Doria in uno dei suoi ultimi viaggi prima del disastro marittimo del 25 luglio dello stesso anno dopo un tragico scontro con la nave svedese Stockholm.

Nel 1971 completa il suo percorso di laurea presso l’Università di New Haven, Dipartimento di Ingegneria Elettonica

Durante gli studi universitari trova modo e tempo di frequentare l’Accademia di Complemento diplomandosi con il grado di Sottotenente dell’Esercito.

Divenuto Generale Maggiore, occupa un posizione di grande rilievo nel Pentagono, sede del quartier generale del Dipartimento della Difesa degli U.S.A.

Lasciato il pubblico impiego Anthony presta le sue elevate capacità professionali come consulente di alto livello dell’industria americana e come consigliere speciale del Chairman di Pragmatics, Inc.

Insignito nella città di New York, della prestigiosa Medaglia d’Onore di Ellis Island nel Grande Salone dell’isola di Ellis a cui ha fatto seguito la 23° Cerimonia Annuale di Gala tenutasi presso l’albergo Ritz Carlton di Battery Park della città di New York, in un sontuoso ricevimento sponsorizzato dalla Coalizione Etnica Nazionale delle Organizzazioni, ha ricevuto la Medaglia d’Onore di Ellis Island, prestigioso premio che viene conferito a personaggi della varie etnie che si sono distinti nel mondo del lavoro negli Stati Uniti e che hanno saputo preservare i valori ereditati dai propri antenati, anche attraverso la realizzazione di quel ponte ideale che unisce i popoli di tutto il mondo.

In passato il premio è stato assegnato oltre che a sei Presidenti degli Stati Uniti, Premi Nobel, atleti, dirigenti dell’industria, ecc., anche a personaggi come Colin Powel, John McCain, Rudolph Giuliani, Frank Sinatra, Muhammad Ali, tutti iscritti nel Congressional Record (libro del Congresso).

In occasione dell’evento Anthony ha condiviso la straordinaria esperienza insieme alla leggendaria cantante Gloria Estefan e a molteplici esponenti di spicco dell’industria, dell’intrattenimento, del Governo, delle Forze Armate e delle arti del plurietnico mondo americano.