Nasce a Foglianise (Bn) il 18 novembre del 1928 Morto in Benevento il 8 Ottobre del 1978
- Consacrato Sacerdote nel 1952
- Laureato in filosofia nel 1967/1968 con 60/60 e bacio accademico
- Docente di filosofia presso il Seminario Regionale di Benevento nel 1970
- Docente di filosofia presso il Liceo Classico “P.Giannone” di Benevento dal 1972
- Parroco di Pontelandolfo da Ottobre 1961 ad Ottobre 1967
Il 9 febbraio 1997 l’Amministrazione Comunale volle intitolare una strada nel centro storico a questo Parroco distintosi per le sue molteplici attività ed impegno per la crescita spirituale, umana e sociale di Pontelandolfo.
Predecessore del Parroco don Giovanni Casilli giunse a Pontelandolfo nell’ottobre del 1961 dimostrando da subito iI suo amore per Pontelandolfo sviscerato ed esclusivo, come l’amore che ognuno ha per la terra natale, rifiutando compromessi ed ambiguità orientando la sua missione verso il benessere materiale e morale della nostra comunità. Alle varie opere ed attività realizzate da questo “prete” modello, la scoperta della ricchezza e bellezza di questa “sua” terra, nelle cose semplici degli usi e dei costumi dei contadini, restituendo alla tradizione il Gruppo Folk “La Torre”. La ripresa delle tradizioni si coniugava bene con l’esigenza di dare nuovi stimoli di crescita con la necessità di avvicinare la realtà contadina alla comprensione di tutta la popolazione di essere un solo popolo.
Il suo pensiero in una lettera ad un amico a cui scriveva “Sembra impossibile, ma qui io ho trovato tanto odio verso i contadini. Eppure sono i 4/5 della popolazione! “. Tante le opere realizzate ed avviate nel corso degli anni della sua presenza a cominciare dalla volontà di far nascere una “Pro-Loco” e l’avvio alla Prima settimana Folkloristica e delle prima Mostra Mercato e dell’ Artigianato. Non mancarono gli stimoli per sollecitare una cooperazione fra le Industrie tessili, fiorenti all’epoca, per consentire non solo maggiore occupazione,ma anche una base più solida per il mercato futuro. Nei suoi sogni la costituzione di un museo dell’arte contadina e per tale scopo aveva cominciato a raccogliere varie oggetti di uso comune e i “mortali” in pietra che servivano per tritare il sale. Il terremoto del 21 Agosto 1962 segnò questa terra per le sue distruzioni e don Emilio per questo funesto evento non trovò pace nel seguire le varie fasi della ricostruzione tenendo fede al suo impegno “di assistere in particolare i poveri, gli oppressi, i sofferenti”. Nelle opere di ricostruzioni, il restauro della Chiesa Madre, il nuovo Asilo Parrocchiale, la nuova sede per il Parroco, l’ampliamento della Piazza antistante e dietro la Chiesa per consentire di avere un area sicura in caso di terremoto e l’apertura della nuova strada di accesso alla Chiesa Madre. Ancora a favore dei giovani Campeggi, Teatro sacro e non, Cineforum e la realizzazione di un campo di calcio più vicino al paese (il campo di calcio utilizzato era a Sorgenza ) .
Visibilità, disponibilità e trasparenza nell’informare tutta la popolazione sulle iniziative intraprese compreso la pubblicazione in Chiesa dello stato delle pratiche per la ricostruzione. Non mancarono solleciti alle autorità per la realizzazione delle infrastrutture primarie (la costruzione della Superstrada Benevento – Campobasso) e secondarie con rimarcare l’esigenza della sistemazione della viabilità comunale e dei servizi essenziali (luce ed acqua) a favore delle contrade isolate dal paese. La pace fra paese e campagna la volle realizzare anche portando in pellegrinaggio la Madonna del Rosario in tutte le contrade che si videro protagoniste non solo di un evento religioso ,ma anche di una totale fiducia e considerazione nel custodire tale reliquia. Le tante iniziative videro partecipe non solo tutta la popolazione, ma anche i nostri emigrati che accolsero don Emilio nelle varie località per cui scrisse sul periodico da lui voluto “La Campana” …” Quanta cordialià e bontà nello accogliermi, quanta fede mista a rispetto verso il sacerdote! Io non ho sentito la lontananza in mezzo a voi; per nulla ho avvertito il disagio. Dovunque, dal Long Island a Montreal, da Bridgeport a Torrington ad Hartford ad Oakville, mi avete accolto bene, circondato di attenzioni e di generosità.”
Nell’ ottobre del 1967 don Emilio, con la pubblicazione di un manifesto di addio, lascia Pontelandolfo e nelle sue parole traspare tutta la sua passione per questo paese “Popolo di Pontelandolfo, popolo dell’anima mia, mi hai aperto nel cuore una ferita che non guarirà mai più ! “
Le sue attività a Benevento lo hanno visto non solo come docente di Filosofia presso il Liceo Ginnasio P.Giannone, ma anche come il promotore e fondatore del centro sociale “La Pace” .
Un’opera da lui voluta quale centro aggregativo ed “oasi di pace” per tutti, senza distinzioni ed in particolare per i poveri, gli oppressi e i sofferenti, così come era nel suo spirito.
Benevento ha tributato a questo sacerdote di grande spessore intellettuale e morale una strada lungo il fiume Sabato a Rione Libertà.
Ricerca Storica a cura di Antimo Albini